Il Piano regolatore 1938-1945

Il piano regolatore generale secondo l’originaria formulazione dell’art. 7 della legge del 1942 doveva considerare la totalità del territorio comunale ed indicare sostanzialmente la localizzazione delle opere ed impianti pubblici di interesse generale, le aree destinate a formare spazi di uso pubblico e la divisione di zone del territorio, con precisazione di quelle destinate all’espansione dell’aggregato urbano, nonché i caratteri ei vincoli di zona da osservare nell’edificazione. La fase attuativa venne affidata ai piani particolareggiati di esecuzione.

Nel 1924 Parma confinava: a sinistra del torrente veniva conglobata l’area compresa entro una linea che partendo dal torrente Parma percorreva la linea ferroviaria Parma – La Spezia fino al passaggio a livello di via Volturno; indi passando da Marinelli arrivava al Baganza; poi, percorrendo tutto il Baganza a monte e passando sulla destra del torrente in territorio comunale di Vigatto arrivava fino al punto in cui il torrente Cinghio attraversava la strada per Langhirano.

A destra del torrente arrivava fino all’abitato di S. Lazzaro.

La sua popolazione non arrivava a superare le 50.000 unità, la struttura economica era costituita (a differenza della Provincia dove il lavoro dei campi era l’unica occupazione) dall’artigianato e dalla piccola industria: officine meccaniche, calzaturifici, profumi, zuccherificio, pastificio, conserve alimentari. Nel 1924 lo studio del Piano Regolatore ha inizio col preciso intento di liberare la città da quelli che erano definiti i ghetti e proporre degli sventramenti in modo molto radicale, soprattutto nel Oltretorrente, nei borghi che due anni prima avevano visto l’opposizione al regime fascista con le gloriose barricate del 1922. Con il pretesto basato su una questione prettamente igienica, riprendendo alcuni stralci della “Relazione Mariotti” e non tenendo conto che nella stessa era stato elaborato un sistema di fognature, il quale avrebbe dato beneficio all’intera città, si decise la totale soppressione di quei borghi e degli isolati stessi. (…)

Nel 1942 i Piani Regolatori passano in Italia dalla dimensione urbano-edilizia a quella comunale-territoriale; introducendo il concetto di zonizzazione, si dà la facoltà al Comune di individuare le aree per i servizi pubblici stabilendo così destinazioni d’uso pubblico o privato dei suoli.

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